SCELTI DA ZALAB

 

MioCinema ospita una nuova sezione permanente che nasce dalla collaborazione con ZaLab, laboratorio culturale che opera da tempo per la produzione e distribuzione di cinema libero, indipendente e sociale. Saranno proposte al pubblico di MioCinema produzioni di autori del proprio collettivo, ma anche documentari di autori italiani e di grandi autori internazionali.

 

 

 

FORMATO RIDOTTO di Antonio Bigini, Claudio Giapponesi e Paolo Simoni

[Italia| 2012 | 52']

 

Film collettivo che segna l’incontro tra Home Movies e un gruppo di scrittori: Enrico Brizzi, Ermanno Cavazzoni, Emidio Clementi, Ugo Cornia e Wu Ming 2 hanno elaborato dei testi originali trovando nelle immagini dell’Archivio Nazionale del Film di Famiglia l’occasione di sperimentare nuove tecniche narrative, facendo convergere in un’unica opera cinque episodi dagli esiti sorprendenti.

 

 

Episodio IUomo donna pietra di Enrico Brizzi

La scalata di una montagna come rito di iniziazione alla vita amorosa in un racconto di fiction costruito su immagini documentarie.

 

Episodio II Uomini la domenica di Emidio Clementi

Il rito della partita di calcio vissuto da un gruppo di tifosi degli anni Cinquanta, rivisitato attraverso le parole di chi oggi lo osserva a distanza.

 

Episodio III Il mare d’inverno di Ermanno Cavazzoni

Perché gli uomini occupano la spiaggia? Come fa il mare a riappropriarsene? Una rilettura in chiave apocalittica della vacanza al mare.

 

Episodio IV 51 di Wu Ming 2

La pellicola del cineamatore Angelo Marzadori su un festival dell’Unità del 1951 origina un piccolo saggio sul comunismo in salsa italiana.

 

Episodio V Strade di Ugo Cornia

Un viaggio personalissimo sulle strade dell’Emilia Romagna attraverso un turbine di camera car, ricordi e musica jazz.

 

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ELDORADO di Markus Imhoof

[Svizzera| 2018 | 92']

 

Vincitore di un Orso d’Argento al Festival di Berlino del 1981 con La Barca è Piena, Markus Imhoof torna a farci riflettere sul tema dell‘immigrazione con questo documentario che è in realtà un viaggio tra i ricordi d’infanzia, quando alla fine della Seconda Guerra Mondiale la famiglia di Markus ospita Giovanna, una bambina italiana rifugiata in Svizzera. Da qui comincia un viaggio tra le coste libiche, quelle del sud Italia e tutto il mare che c’è in mezzo, dove i nuovi esclusi provano a entrare nel “nostro Eldorado”.

 

 

SINOSSI Durante la Seconda Guerra Mondiale, la famiglia del regista svizzero Markus Imhoof accoglie Giovanna, una bimba milanese di 8 anni, beneficiaria di un progetto delle Croce Rossa Svizzera rivolto ai bambini vittime di guerra. La sua permanenza in Svizzera ha però un tempo limite e Giovanna viene rimandata in Italia, dove muore di stenti a soli 13 anni, poco dopo il suo rientro forzato. Imhoof parte da questi dolorosi ricordi d’infanzia, per parlare dell’odierna crisi migratoria, il più grande esodo dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Attraverso le navi italiane dell’operazione Mare Nostrum, i campi dei lavoratori, le strutture d’accoglienza del sud Italia e la Svizzera odierna, emerge la fotografia di un processo tanto assurdo quanto inumano, che non riesce ad affrontare una tragedia più che umana: la crisi causata dagli squilibri economici e sociali che trasformano i paesi ricchi del Nord nell’Eldorado che i meno fortunati cercano di raggiungere a tutti i costi.

 

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TALIEN di Elia Moutamid

[Italia | 2017 | 87']

 

Marocchino di origini ma bresciano di adozione, Elia Moutamid filma questo suo primo suo primo lungometraggio che ha ottenuto una menzione speciale al 35° Torino Film Festival e un Nastro d'argento DOC 2018 come Miglior opera prima.

 

 

SINOSSI Dopo quasi 40 anni in Italia, Abdelouahab, Aldo, decide di tornare a casa, in Marocco. Ilyass, suo figlio, che ora ha 34 anni ed è cresciuto in Lombardia, si unisce a questo viaggio di ricordi e storie. Un viaggio che è l'occasione per padre e figlio per spiegarsi, capirsi, incontrarsi. Capire la forza di un legame nel momento del distacco. L'immigrazione fa da sfondo al loro rapporto durante il viaggio che li porterà in Marocco, passando per la Francia e la Spagna.

 

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LA STRADA DEI SAMOUNI di Stefano Savona

[Italia | 2018 | 128']

 

Presentato nel 2018 nella sezione Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes, si è aggiudicato il Premio della Giuria Oeil d'Or come Miglior Documentario.

 

 

SINOSSI Da quando la piccola Amal è tornata nel suo quartiere, ricorda solo un grande albero che non c’è più. Un sicomoro su cui lei e i suoi fratelli si arrampicavano. Si ricorda di quando portava il caffè a suo padre nel frutteto. Dopo è arrivata la guerra. Amal e i suoi fratelli hanno perso tutto. Sono figli della famiglia Samouni, dei contadini che abitano alla periferia della città di Gaza. È passato un anno da quando hanno sepolto i loro morti. Ora devono ricominciare a guardare al futuro, ricostruendo le loro case, il loro quartiere, la loro memoria. Sul filo dei ricordi, immagini reali e racconto animato si alternano a disegnare un ritratto di famiglia, prima, dopo e durante i tragici avvenimenti che hanno stravolto le loro vite in quel gennaio del 2009, quando, durante l’operazione “Piombo fuso”, vengono massacrati 29 membri della famiglia.

 

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PIAZZA TAHRIR di Stefano Savona

[Italia | 2011 | 90']

 

Tahrir è un film scritto con i volti, con le mani, con le voci di chi stava in piazza. La prima cronaca in tempo reale della rivoluzione, a fianco dei suoi protagonisti. Uno spettacolo insieme tragico ed esaltante. Il racconto inedito e appassionato di una scoperta: la forza dirompente dell’agire in comune.

 

 

SINOSSI Cairo, febbraio 2011. Elsayed, Noha, Ahmed sono giovani egiziani e stanno facendo la rivoluzione. Occupano la Piazza notte e giorno, parlano, urlano, cantano insieme ad altre migliaia di egiziani tutto ciò che non hanno mai potuto dire prima a voce alta. Le repressioni sanguinose del regime rinforzano la protesta; a Tahrir si resiste, si impara a discutere e a lanciare pietre, a inventare slogan e a curare i feriti: uno spazio di libertà in cui ci si ubriaca di parole. Tahrir è un film scritto con i volti, le mani, le voci di chi stava in piazza.

 

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UN GIORNO LA NOTTE di Michele Aiello, Michele Cattani 

[Italia | 2021 | 68']

 

Documentario sull’attesa della cecità, un’esperienza sorprendente oltre lo sguardo

 

 

SINOSSI Sainey è un ventenne gambiano che conosce la dura realtà del suo destino: a causa di un male irreversibile rischia di diventare totalmente cieco. Dopo aver raggiunto l’Italia e aver scoperto che anche qui non esiste una cura, è deciso a imparare più cose possibili per prepararsi alla cecità. In questo viaggio verso l’oscurità, Sainey incontra un nuovo amico e scopre e la passione per un nuovo sport, il baseball. Così decide di filmare la sua storia in prima persona e di mostrare al mondo che bisogna reagire anche contro le difficoltà più grandi.

 

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TUTTI I NOSTRI AFFANNI di Davide Crudetti e Paola Di Mitri

[Italia | 2021 | 77']

 

Progetto nato e realizzato all'inizio di Marzo 2020, quando, a seguito dell'avanzata del COVID-19, il Governo ordinò l'auto-isolamento obbligatorio a tutti i cittadini. Durante questo periodo, sette dei venticinque appartamenti del progetto di social housing Luoghicomuni San Salvario di Torino, iniziarono a raccontare, ognuno con la propria telecamera, le vite di ciascun inquilino tra le precarietà lavorative, l'instabilità degli affetti e la solitudine. 69 giorni di isolamento, 7 appartamenti, 1 percorso di cinema partecipativo. Anna, Mamadou, Waleed e Ajmeen, Simone, Gil, Suor Miriam, Suon Daisy, Suor Milena, Regina e Gideon: un palazzo di Torino che diventa un'unica finestra su tanti mondi diversi e lontani, tutti accomunati dalla stessa incertezza, dalla stessa preoccupazione per il futuro, dallo stesso rifugiarsi nel passato e negli affetti più intimi, per fronteggiare la precarietà del presente.

 

 

SINOSSI Noi siamo a Torino, a San Salvario. Dalla nostra finestra cominciamo a filmare il nostro palazzo e chi lo abita. Poi decidiamo di consegnare delle telecamere ai nostri vicini. Gilberto filma una Torino deserta durante i suoi turni di lavoro per Just-Eat; Silvia fa il giro delle stanze per capire a che punto sono con i compiti le sue tre figlie; Waleed discute di piani B lavorativi con Elisa, appena conosciuta su Tinder; Simone prova a stabilire per la prima volta un dialogo con suo padre, morto poco tempo fa; Hedyeh cerca di comprare un volo che la riporti in Iran. Ognuno sente l'esigenza di puntare la telecamera sul proprio affanno personale, come se il tempo a disposizione avesse acceso una lampadina su uno stato di incertezza fino ad allora incomprensibile. Il passato dei protagonisti riaffiora poco a poco, un palazzo di Torino diventa crocevia di vite e di mondi lontani.

 

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CELLES QUI RESTENT di Ester Sparatore

[Francia | 2020 | 90']

 

Vincitore del premio come Miglior Film al concorso Biografilm Italiala storia di Om El Khir, una donna tunisina che insieme ad altre connazionali conduce dal 2012 una battaglia per coprire la verità su tutti quei mariti, figli e fratelli scomparsi nel tentativo di raggiungere l’Europa.

 

 

SINOSSI Le “donne-fotografia” – così sono state chiamate per i ritratti dei loro cari che impugnano durante le loro manifestazioni di fronte al ministero dell’interno e all’Ambasciata italiana a Tunisi – continuano a riunirsi davanti ai palazzi del potere per gridare la propria rabbia e il proprio dolore, rivendicando il diritto di conoscere che ne è stato dei propri famigliari: sono convinte che ce l'abbiano fatta, ad arrivare a Lampedusa, e chiedono l'apertura di una commissione d'inchiesta che indaghi sulla sparizione di cinque imbarcazioni salpate da Tunisi tra il 2010 e il 2012. A bordo c'erano 500 uomini di cui non si è saputo più nulla. Tra loro anche Nabil, il marito di Om El Khir, partito senza dirle nulla il 29 marzo 2011, quando lei era incinta del loro terzo figlio. Nonostante il dolore, la donna ricostruisce la sua vita, trovando la forza nella volontà di dare ai suoi figli un futuro migliore.

 

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NORMAL di Adele Tulli

[Italia | 2019 | 70']

 

Fuori dagli schemi, visivamente audace, che riflette su come il genere definisca il nostro agire quotidiano, influenzandone gesti, desideri, comportamenti e aspirazioni. Un viaggio tra le dinamiche di genere nell’Italia di oggi, raccontate attraverso un mosaico di scene di vita quotidiana, dall’infanzia all’età adulta.

 

 

SINOSSI Normal è un documentario fuori dagli schemi, originale e visivamente audace che riflette su come il genere definisca il nostro agire quotidiano, influenzandone gesti, desideri, comportamenti e aspirazioni. Un viaggio tra le dinamiche di genere nell’Italia di oggi, raccontate attraverso un mosaico di scene di vita quotidiana, dall’infanzia all’età adulta. In palestra come in spiaggia, in discoteca, in chiesa, in un parco giochi o al centro estetico: Normal osserva le coreografie dei corpi, i rituali sociali per ognuno dei generi nei contesti più ordinari e familiari. Un caleidoscopio di situazioni di volta in volta curiose, tenere, grottesche, misteriose, legate dal racconto di quella che siamo soliti chiamare normalità, mostrata però da angoli e visuali spiazzanti. Con uno sguardo insieme intimo ed estraniante, il film esplora la messa in scena collettiva dell’universo maschile e femminile, proponendo una riflessione – lucida, e provvista di ironia – sull’impatto che ha sulle nostre vite la costruzione sociale dei generi. Per cercare un nuovo significato a quella che ogni giorno e spesso senza troppo pensiero (e cuore) definiamo normalità.

 

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SQUIZO di Duccio Fabbri

[Italia | 2020 | 70']

 

 

SINOSSI La storia di Louis Wolfson, scrittore del Bronx, che ha lottato per tutta la vita contro le definizioni correnti di malattia mentale, fortuna e linguaggio. Diagnosticato schizofrenico in adolescenza, ha ripudiato la lingua madre in favore di un idioma del tutto personale. Autore cult nella Parigi degli anni Settanta, negli Stati Uniti è rimasto un perfetto sconosciuto, giocatore d’azzardo incallito, homeless, outsider assoluto. In età matura si è trasferito a Porto Rico, dove la sua fortuna è cambiata di colpo e dove l’autore del film lo ha rintracciato: a 89 anni vive ancora solo e sospeso tra due mondi, quello del silenzio e quello della parola.

 

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ULTIMINA di Jacopo Quadri

[Italia | 2020 | 62']

 

Vincitore del Premio Corso Salani per il Miglior Film al Trieste Film Festival 2021, il film è stato presentato in concorso all’International Documentary Film Festival IDFA di Amsterdam. Girato nel corso degli ultimi anni, Ultimina è un ritratto di Ultima Capecchi, oggi 86enne, che vive sola vicino al borgo di Sovana, nella campagna della Maremma.

 

 

SINOSSI Ultimina ci accompagna con l’aiuto delle fotografie di famiglia, in un viaggio nel suo passato, in una realtà contadina d'altri tempi, dove la legge era dettata da uomini violenti, veri padri padroni. Lei, che doveva essere l’ultima di tanti figli (da qui il suo nome di battesimo) ma che fu seguita dalla sorellina Finis, ha attraversato il secolo a testa alta, non smettendo mai di lavorare. Il regista delinea il ritratto di una donna forte, lucida, con il dono della parola limpida e l’amore per il racconto.

 

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UNTITLED di Michael Glawogger e Monika Willi 

[Germania| 2017 | 103']

 

Il capolavoro postumo del grande maestro del cinema documentario Michael Glawogger.

 

 

SINOSSI Untitled ci accompagna in un’immersione nel mondo attraverso un viaggio tra Italia, Balcani e Africa alla ricerca dell’inaspettato. Scardinando il concetto stesso di racconto, nel dicembre del 2013 il regista Michael Glawogger decide di partire per un anno attraversando tutti i continenti senza fermarsi. Vuole filmare andando semplicemente incontro a ciò che accade e lasciandosi stupire dall’inatteso. Serendipity è l’unico concetto e l’unica regola creativa a cui attenersi. Dopo 4 mesi e 19 giorni Glawogger muore improvvisamente durante le riprese. Monika Willi, sua storica montatrice, raccoglie la sfida all’imprevisto e la continua. Regalandoci un omaggio sulla bellezza travagliata del mondo e un inno alla potenza visiva e poetica di questo regista.

 

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MOLECOLE di Andrea Segre

[Italia | 2020 | 68']

 

La fragilità della vita nel cuore di una Venezia che lentamente si svuota, meravigliosa e impaurita. Film di preapertura della 77ma Mostra del Cinema di Venezia.

 

 

SINOSSI Ci sono cose che è molto difficile per un padre condividere con suo figlio e che un figlio può iniziare a capire solo diventando padre. Tra febbraio e aprile di quest’anno Andrea Segre, che da anni vive a Roma, è rimasto bloccato dal lockdown a Venezia, la città di suo padre e solo in parte anche sua. Lì stava lavorando a due progetti di teatro e cinema sulle grandi ferite della città: il turismo e l’acqua alta. Mentre girava il virus ha congelato e svuotato la città davanti ai suoi occhi, riconsegnandola alla sua natura e alla sua storia, e in qualche modo anche a lui. Ha raccolto appunti visivi e storie e ha trascorso quei giorni nella casa di famiglia, dove ha avuto modo di scavare nei ricordi di ragazzo e di figlio, che lo hanno trascinato più a fondo di quanto pensasse.
Archivi personali in super8 di Ulderico, il padre del regista e vero protagonista del film, si alternano a incontri con cittadini veneziani, che raccontano il rapporto tra la città e le acque e nello stesso tempo vivono l’arrivo inatteso del grande vuoto che ha invaso Venezia e gran parte del mondo. A tenere assieme le immagini sono la voce fuoricampo del regista, le musiche di Teho Teardo e un’atmosfera di attesa e stupore, che pervade tutto il materiale visivo ed esistenziale di questo strano viaggio, irreale (nel senso di fantastico) e irrealizzabile (nel senso di non programmabile, non organizzabile), ma nel cuore di un evento molto reale e storico, che ha segnato e segnerà il mondo per sempre.

 

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DOVE BISOGNA STARE di Daniele Gaglianone e Stefano Collizzolli

[Italia | 2018 | 98']

 

Viaggio nell'Italia dell'accoglienza raccontata da 4 donne.

 

 

SINOSSI Georgia, ventiseienne, faceva la segretaria. Un giorno stava andando a comprarsi le scarpe; ha trovato di fronte alla stazione della sua città, Como, un accampamento improvvisato con un centinaio di migranti: era la frontiera svizzera che si era chiusa. Ha pensato di fermarsi a dare una mano. Poi ha pensato di spendere una settimana delle sue ferie per dare una mano un po’ più sostanziosa. E’ ancora lì.

Lorena, una psicoterapeuta in pensione a Pordenone; Elena, che lavora a Bussoleno e vive ad Oulx, fra i monti dell’alta Valsusa, e Jessica, studentessa a Cosenza, sono persone molto diverse; sono di età differenti, e vengono da mondi differenti. A tutte però è successo quello che è successo a Georgia: si sono trovate di fronte, concretamente, una situazione di marginalità, di esclusione, di caos, e non si sono voltate dall’altra parte. Sono rimaste lì, dove sentivano che bisognava stare.

 

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LA POLTRONA DEL PADRE di Antonio Tibaldi, Alex Lora

[Italia/USA | 2015 | 76']

 

Due gemelli ebrei ortodossi irriducibili accumulatori seriali devono svuotare l'appartamento di New York del padre.

 

 

SINOSSI New York, Brooklyn: Abraham e Shagra sono due gemelli ebrei ortodossi, avanti con gli anni, che conducono un’esistenza appartata nella loro casa di famiglia. Dopo la morte dei genitori hanno accumulato oggetti e memorabilia di ogni genere, riempiendo i locali senza troppo badare all’ordine e alla pulizia. I gatti randagi sono accettati e si aggirano per le stanze con felina tranquillità. L’inquilino del piano di sopra ha però posto un ultimatum: non pagherà più l’affitto se i gemelli non ripuliranno completamente il loro maleodorante appartamento. Abraham a Shagra non hanno altra scelta, devono aprire le porte di casa a una ditta specializzata. Si dà così il via a una traumatica invasione della loro intimità. Saranno costretti a confrontarsi con i propri ricordi e il proprio presente, costretti dalle circostanze a cercare un nuovo inizio.

 

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