Non ci sono spettacoli legati a questo evento.

THE SPACE IN BETWEEN

86 min

Genere: Documentario

Lingua: Italiano

Regia: Marco Del Fiol

Con: Marina Abramović

Nata a Belgrado nel 1946, la Abramović è una delle artiste più importanti del nostro tempo. All’inizio degli anni Settanta studia presso l’Accademia di Belle Arti di Belgrado, dove comincia a sperimentare la performance come forma di arte visuale. Esplorando i limiti fisici e mentali del suo essere, la Abramović approfondisce così il tema della trasformazione emotiva e spirituale e si dedica alla creazione di opere capaci di rendere rituali semplici azioni della vita quotidiana, come stare sdraiati o seduti, sognare e pensare. Nel 1974 viene conosciuta anche in Italia, dove presenta la sua performance Rhytm 4 nella galleria Diagramma di Luciano Inga Pin a Milano. Nel 1976 Marina Abramović lascia la Jugoslavia per trasferirsi ad Amsterdam. Nello stesso anno inizia la collaborazione e la relazione con Ulay, artista tedesco, nato tra l’altro nel suo stesso giorno. I due termineranno il loro rapporto dodici anni dopo, nel 1989, con una camminata lungo la Grande Muraglia Cinese: Marina decide di partire dal lato orientale della muraglia sulle sponde del Mar Giallo, mentre Ulay dalla periferia sud occidentale del deserto del Gobi. I due cammineranno novanta giorni e si incontreranno a metà strada dopo aver percorso entrambi duemila e cinquecento chilometri per dirsi addio. Negli anni ottanta viaggia in Australia e nei deserti di Thar e del Gobi e in Cina; dal 1992 tiene workshop, conferenze, mostre personali e collettive in tutto il mondo fino a vincere nel 1997 la Biennale di Venezia con la performance Balkan Baroque, dove per tre giorni pulisce una montagna di ossa bovine in un rituale di purificazione e di denuncia delle stragi che avvenivano nei Balcani. Nella primavera del 2010 arriva la prima grande retrospettiva negli Stati Uniti al Museum of Modern Art di New York, dove esegue anche la performance The artist is present documentata dall’omonimo documentario. Due anni dopo, nel 2012, è stato il momento della doppia mostra al PAC e alla Galleria Lia Rumma di Milano, dove l’artista ha mostrato tutti i nuovi lavori e svelato al mondo The Abramović Method.
In questo docu-film la Abramović parte alla ricerca di nuovi stimoli creativi e viaggia attraverso le vibranti comunità religiose del Brasile per fare esperienza dei rituali sacri e svelare il suo processo creativo. Il sincretismo del Brasile più profondo si fa per lei percorso personale e artistico e racconto per immagini, in un seducente intreccio di profondità e ironia. Tra cerimonie di purificazione e trip psichedelici, Marina riflette sulle affinità tra performance artistiche e rituali e si mette totalmente a nudo, in un tragitto anche interiore nei meandri del suo passato. Un film autenticamente “in between”, sospeso tra arte e vita, tra road movie e spiritual thriller, capace di parlare al cuore dello spettatore e al suo inestinguibile bisogno, consapevole o inconsapevole, di spiritualità.

86 min

Genere: Documentario

Lingua: Italiano

Regia: Marco Del Fiol

Con: Marina Abramović

Nata a Belgrado nel 1946, la Abramović è una delle artiste più importanti del nostro tempo. All’inizio degli anni Settanta studia presso l’Accademia di Belle Arti di Belgrado, dove comincia a sperimentare la performance come forma di arte visuale. Esplorando i limiti fisici e mentali del suo essere, la Abramović approfondisce così il tema della trasformazione emotiva e spirituale e si dedica alla creazione di opere capaci di rendere rituali semplici azioni della vita quotidiana, come stare sdraiati o seduti, sognare e pensare. Nel 1974 viene conosciuta anche in Italia, dove presenta la sua performance Rhytm 4 nella galleria Diagramma di Luciano Inga Pin a Milano. Nel 1976 Marina Abramović lascia la Jugoslavia per trasferirsi ad Amsterdam. Nello stesso anno inizia la collaborazione e la relazione con Ulay, artista tedesco, nato tra l’altro nel suo stesso giorno. I due termineranno il loro rapporto dodici anni dopo, nel 1989, con una camminata lungo la Grande Muraglia Cinese: Marina decide di partire dal lato orientale della muraglia sulle sponde del Mar Giallo, mentre Ulay dalla periferia sud occidentale del deserto del Gobi. I due cammineranno novanta giorni e si incontreranno a metà strada dopo aver percorso entrambi duemila e cinquecento chilometri per dirsi addio. Negli anni ottanta viaggia in Australia e nei deserti di Thar e del Gobi e in Cina; dal 1992 tiene workshop, conferenze, mostre personali e collettive in tutto il mondo fino a vincere nel 1997 la Biennale di Venezia con la performance Balkan Baroque, dove per tre giorni pulisce una montagna di ossa bovine in un rituale di purificazione e di denuncia delle stragi che avvenivano nei Balcani. Nella primavera del 2010 arriva la prima grande retrospettiva negli Stati Uniti al Museum of Modern Art di New York, dove esegue anche la performance The artist is present documentata dall’omonimo documentario. Due anni dopo, nel 2012, è stato il momento della doppia mostra al PAC e alla Galleria Lia Rumma di Milano, dove l’artista ha mostrato tutti i nuovi lavori e svelato al mondo The Abramović Method.
In questo docu-film la Abramović parte alla ricerca di nuovi stimoli creativi e viaggia attraverso le vibranti comunità religiose del Brasile per fare esperienza dei rituali sacri e svelare il suo processo creativo. Il sincretismo del Brasile più profondo si fa per lei percorso personale e artistico e racconto per immagini, in un seducente intreccio di profondità e ironia. Tra cerimonie di purificazione e trip psichedelici, Marina riflette sulle affinità tra performance artistiche e rituali e si mette totalmente a nudo, in un tragitto anche interiore nei meandri del suo passato. Un film autenticamente “in between”, sospeso tra arte e vita, tra road movie e spiritual thriller, capace di parlare al cuore dello spettatore e al suo inestinguibile bisogno, consapevole o inconsapevole, di spiritualità.
LA GRANDE ARTE AL CINEMA: 3 e 4 OTTOBRE AL CINEMA ODEON
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